Partorire ad Osimo, Mamma Francesca racconta
Tommi è nato il 30 Novembre all’ospedale di Osimo. Nei primi mesi di gravidanza mai avrei pensato di trovarmi lì quel giorno. Avevo scelto una ginecologa di Ancona che esercita la libera professione in uno studio in condivisione con una collega, entrambe dottoresse presso il Salesi. Già dalla prima visita, oltre ai 130 euro di routine, mi erano state prescritte una serie di analisi ed esami fuori dal protocollo “gestazione fisiologica” e tutti naturalmente a pagamento. La medicalizzazione della gravidanza era assoluta, con conseguente ansia per ogni nuovo esame. Col senno di poi, non definirei questo approccio SCRUPOLOSO quanto STANDARDIZZATO per evitare di assumersi qualsiasi responsabilità…visto che non era assolutamente tarato sulla mia personale storia e gravidanza, ma uguale per tutte le “pazienti”. Gli esami eseguiti al Salesi erano frettolosi e poco professionali: più di una volta capitava che ci fossero specializzandi alle prime armi non in grado di dare spiegazioni esaustive e convincenti. Tra i vari accertamenti , un risultato della curva glicemica leggermente alterato nel terzo valore, ha messo in moto un meccanismo di ulteriore medicalizzazione. Nonostante io avessi preso un solo chilo in sette mesi, venni etichettata come “ soggetto a rischio diabete gestazionale”: dovevo controllare i valori della glicemia 4 volte al giorno con una specifica macchinetta, andare una volta a settimana in ospedale per fare un punto della situazione e seguire una dieta perché il bambino rischiava di crescere a dismisura, quando contemporaneamente nelle ecografie mi dicevano: ” risulta più piccolo rispetto all’epoca gestazionale”. La confusione era assoluta. La tensione e l’eliminazione dei carboidrati mi continuavano a far perdere peso. Di qui la svolta. Grazie a un ottimo corso pre-parto tenuto al Consultorio di Loreto dall’ostetrica Grazia Pompilio, ho scoperto l’esistenza di un approccio molto più naturale e emozionale alla nascita. Sono venuta a sapere che la struttura di Osimo è “amica del bambino” e io aggiungerei della mamma…perchè mette entrambi nella condizione migliore di instaurare un rapporto forte, privilegiando il contatto pelle a pelle immediato e prolungato, il rooming in e il sostegno assoluto e costante all’allattamento e qualsiasi problematica della neo mamma. All’ottavo mese di gravidanza la mia scelta coraggiosa: cambiare ginecologo, smettere di seguire la dieta che il mio istinto e i valori della glicemia confermavano essere sbagliata, e avvicinarmi alla nuova struttura. Per scrupolo comunque decisi di effettuare la visita guidata prevista dal consultorio in entrambi gli ospedali, soprattutto perchè parenti ed amici mi continuavano a ripetere che il reparto di neonatologia del Salesi era il numero uno in Italia e che se il bambino aveva bisogno di cure…. ma perchè qualcosa doveva per forza andare storto? Mi ripetevo io… Il confronto ha confermato le mie impressioni… il Salesi, sia nel reparto Divisione che Clinica, risulta squallido. Le camere sono piccole, i mariti/compagni non possono rimanere a dormire, le sale travaglio sono prive di spazio per muoversi e divise da una tendina l’una con l’altra (così da sentire le urla della tua vicina di sventure in sottofondo)…e la pulizia non regna sovrana…sommato al fatto che vanta una percentuale di cesarei pari al 50% e che sembra più una fabbrica che sforna bambini con operai frettolosi, invece di assistenti alla maternità..il risultato del ballottaggio sembrava quasi scontato. La visita all’ospedale di Osimo mi ha subito messo in uno stato d’animo rilassato e confidenziale. Il piano inferiore è squallido…ma salendo verso il reparto ostetricia ti ricevono mobili colorati dell’ikea e foto di bambini sorridenti. Il sorriso regna sovrano anche tra le ostetriche…dal primo monitoraggio all’ultimo tutte avevano tempo e voglia di fare una battuta o offrire una parola di incoraggiamento. Io, nonostante non avessi scelto un ginecologo interno alla struttura, sono stata accolta in maniera impeccabile. Il 26 novembre, due giorni prima dello scadere della quarantesima settimana, mi hanno detto che preferivano ricoverarmi e indurmi il parto perché il liquido amniotico era scarso e la placenta stava invecchiando. Continuo a non essere certa che fosse così necessaria questa forzatura, ma in quel momento, spinta anche dalla preoccupazione di mio marito, ho deciso di accettare il ricovero. Il 27 alle sette e mezza mi sono presentata con la famigerata valigia…. milioni di volte mi ero immaginata la mia corsa notturna e disperata in auto per raggiungere l’ospedale in preda alle doglie, e invece pagavo con tutta calma l’odiato parchimetro (posti auto inesistenti e nessun privilegio per persone ricoverate). Nonostante avessi la mia cartella con gli esami completi del Salesi, mi vengono rifatte tutte le analisi compresi test HIV/ Rosolia ed elettrocardiogramma. Una equipe di ginecologi mi spiega come intende muoversi: “ Il primo giorno gel…e vediamo cosa succede…vorrei che fosse il più possibile naturale, l’ossitocina è la nostra ultima carta”. Nel frattempo mi viene assegnata la camera, la mia compagna di stanza sarà dimessa la mattina seguente. Io vengo monitorata e coccolata dalle ostetriche. Per mia scelta non faccio sapere a nessun parente ed amico del mio ricovero: ho bisogno di tranquillità e di vivermi questa emozione totalmente con mio marito. Comunque vada, l’ospedale non vieta visite a nessun orario, tranne che nei momenti di pulizia delle camere. Il gel non funziona, mio marito decide di cenare (non si mangia male) e dormire con me e la struttura non fa problemi: si deve accontentare di una sedia perché le stanze sono tutte occupate (al limite è possibile procurarsi una sdraietta, e portarsela) Il 28 vengo rivisitata…mi sono dilatata di un centimetro e mezzo. I ginecologi dicono “bene…” e prima di colazione subisco un “piacevole” buongiorno: scollamento delle membrane e altro gel a base di prostaglandine. Niente ancora si muove. La mia compagna di stanza viene dimessa e l’ospedale lascia il posto vuoto. Praticamente io e mio marito abbiamo una stanza tutta per noi. Il 29 Novembre, nuova visita, la dilatazione è di due centimetri. Altro scollamento delle membrane e metodo di tortura leggermente più potente…bendarelle a rilascio lento di prostaglandine da tenere 12 ore. Intanto, le continue sollecitazioni mi creano un forte disagio. Le visite interne diventano dolorosissime. La posizione molto bassa della testa del bambino unita a una probabile allergia alle prostaglandine mi provoca un grande edema vaginale (la zona è gonfia e irritata da una infezione in corso). Intorno alle 13 iniziano le prime doglie. Non riesco a stare in piedi e camminare per il flusso del sangue che mi si concentra nella zona vaginale causando ulteriore gonfiore. Vengo monitorata. Nonostante fossi piegata dai dolori e urinassi ogni 5 minuti al massimo, continuavo a mangiare …probabilmente il mio istinto mi diceva di procurarmi energie. Alle 20, le doglie si regolarizzano ogni 5 /7 minuti….ma la dilatazione è ancora di 2 centimetri. Un’osterica viene e mi dice che io posso muovermi e andare dove voglio…di sentirmi libera…e di chiamarla quando ne ho necessità. Vado avanti così fino alle due (sono adue cm e mezzo) quando inizio a invocare l’epidurale. Segue una telefonata alla ginecologa (i ginecologi di notte sono reperibili ma non dormono nella struttura. A seguirti sono esclusivamente un’ostetrica e infermiera). Mi rispondono che la dilatazione è troppo scarsa e che la struttura può chiamare l’anestesista solo a 4 cm (in realtà di notte non viene eseguita la partoanalgesia perché l’anestesista non è presente nella struttura e non viene svegliato a meno che non ci si sia messi d’accordo in precedenza e natauralemnte non a costo zero). Mi dicono che per rilassarmi posso andare in vasca. Vengo trasportata nella camera con la cromoterapia, le stelle, la musica. Continuo a sentire Ludovico Einaudi. La vasca è a 37 gradi, mi rilasso…mio marito col doccino continua a versarmi acqua calda addosso, riesco a riposare tra una doglia e l’altra. Le contrazioni restano ogni 5 minuti. Resto in vasca due ore e mezzo, sempre monitorata. Alle 6 avviene il cambio dell’osterica. Io sono senza forze ma la voce di Paola è piena di energia: mi dice di visualizzare un cerchio e una palla, mi fa mettere in posizioni strane….inizio a dilatarmi. Le spinte non durano tantissimo, alle 8 e tre quarti nasce Tommi. E mentre mi mettono i punti per l’episiotomia, ecco il momento in cui mi fa dire che partorire ad osimo è stata la scelta più giusta che potessi fare. Il mio cucciolo, che solo allora scopro essere un maschietto, mi viene messo immediatamente sopra: è pieno di sangue e indossa solo la cuffiettina che mi avevano detto di portare. Il papà taglia il cordone. Il piccolo mi viene lasciato nel contatto pelle a pelle tutto il tempo che voglio io. Nessuna fretta, nessuna pressione. Lui, piano piano segue l’istinto e si attacca al seno. Esco dalla sala parto con le mie gambe, vado in camera, l’osterica col bimbo avvolto in un lenzuolino è dietro di me. Sono nella mia camera dove posso continuare a stringere il mio bimbo nell’intimità solo nostra. “Quando vuoi che lo prendiamo per vestirlo chiamaci…” E così, le osteriche chiudono la porta e ci lasciano soli: io, mio marito e il bambino. Più tardi il piccolo sarà vestito, visitato dal pediatra e io avrò tutto l’aiuto necessario per capire come attaccarlo, come ambiarlo e come lavarlo. Dopo la notte più lunga e “travagliata…” della mia vita, resto in ospedale altri 2 giorni, coccolata e controllata da tutti. Il dolore dicono che si dimentichi, sicuramente le emozioni provate in quella stanza numero 5 dell’ospedale di osimo, NO, MAI. Mamma Francesca]]>
Ciao Francesca sono assolutamente d’accordo con te su tutto quello che scrivi in merito alla struttura e al personale di Osimo…. il problema però è che questo ospedale va benissimo se va tutto bene e soprattutto se il bimbo non ha necessità particolari…. ricordiamoci che dobbiamo pensare ai nostri figli prima che alla bellezza della struttura e l’ospedale di Osimo non ha il reparto neonatale o tin quindi per qualsiasi problema come nascita prematura ecc.. ti trasferisce al Salesi…. con tutti i difetti che ha ma unica struttura idonea della zona…. questo è quanto accaduto a me.
reparto stupendo, personale fantastico, anche io ho partorito gioele tre anni e mezzo fa lì, grazie a Paola a mezzanotte e traquarti mi hanno ricoverato di tre cm alle quattro e tre quarti stringevo il mio frugoletto tra le braccia.
Grazie Giordana, se hai piacere puoi mandarmi il tuo racconto!
Scusate io forse sarò contro tendenza..ho partorito al Salesi, in clinica…sono stati tutti gentilissimi e presenti..niente da dire…si forse la struttura non è colorata, non c’è la vasca ma parliamo di forma o di sostanza???Anch’io stessa esperienza di Francesca…un valore della curva alterato…diabete gestazionale è stato faticoso seguire la dieta ma la mia ginecologa ed anche una delle mie migliori amiche, diabetologa si sono raccomandate.Il diabete gestazionale è una patologia che può causare danni seri, per cui va bene non medicalizzare, va bene l’approccio naturale ma come tutte le cose il giusto sta nel mezzo…
ciao anche io come te ho partorito il 27 aprile al Salesi, seguita dal dottor Gianluca Grechi, il mio “angelo custode” durante i nove mesi di gravidinaza
tutta l’equipe del salesi è stata amorevole e professionale, a cominciare dall’ostetrica che nn mi ha abbandonato un attimo, anche io ho avuto il diabete gestazionale ma durante la gravidanza sono stata seguita scrupolosamente.
poco importa della vasca e delle camere colorate e grandi, alla fine nn è questo quello che conta quando si va a partorire!!
un abbraccio a tutte le mamme
Grazie per i vostri racconti!
Ciao Francesca sono assolutamente d’accordo con te su tutto quello che scrivi in merito alla struttura e al personale di Osimo…. il problema però è che questo ospedale va benissimo se va tutto bene e soprattutto se il bimbo non ha necessità particolari…. ricordiamoci che dobbiamo pensare ai nostri figli prima che alla bellezza della struttura e l’ospedale di Osimo non ha il reparto neonatale o tin quindi per qualsiasi problema come nascita prematura ecc.. ti trasferisce al Salesi…. con tutti i difetti che ha ma unica struttura idonea della zona…. questo è quanto accaduto a me.