Partorire all'Ospedale Salesi: il racconto di Mamma Debora

1186022_10202015322653447_816653084_n “Mattia ora quasi tre mesi e’ nato dopo una gravidanza un po’ travagliata. Dopo una minaccia di parto pretermine e due mesi di riposo, finalmente a 41 settimane e’ venuto al mondo! Era domenica ed ero andata al salesi per il solito monitoraggio di controllo che risultava essere (come sempre) piatto..però alla visita ginecologica il dottore rilevò una dilatazione di 2 cm e collo appianato e morbido. Stupito mi chiese come mi sentivo ed io dissi solo di aver avuto qualche piccola stupida contrazione. Mi voleva ricoverare ma con una bambina di 30 mesi a casa ho preferito andare via. I monitoraggi dei giorni seguenti furono sempre piatti e così mi fissarono il parto indotto a sabato 29 giugno. Era venerdì 28 giugno ore 01.00 nel letto non riuscivo a prendere sonno perché avvertivo un forte senso di nausea così dopo aver bevuto un bicchiere d acqua fredda mi misi sul divano in salotto cercando di trovare beneficio dall aria che entrava dalla finestra.. Con fatica alle 3 mi addormento.. Alle 5 iniziano le contrazioni..conoscevo bene quel dolore ma non lo ricordavo così intenso ed ogni 15 minuti si facevano sempre più presenti. Alle 5,45 dopo la 4ª contrazione andai a svegliare mio marito che dormiva beato, lui un po’ incredulo (visto il mio primo parto con Travaglio di 20 ore) andò in cucina e tranquillo si mise a fare colazione, finché ad un certo punto le contrazioni erano ogni 5 minuti, sentivo una pressione fortissima verso il basso come se Mattia stesse uscendo da solo senza che io facessi niente. Mio marito andò di corsa a vestirsi con la fetta biscottata di traverso ed io in pigiama appoggiata sul top della cucina respiravo come da manuale accompagnando quel dolore o meglio quelle fortissime spinte. Mi sono spaventata ed anche tanto, avevo paura di farlo nascere a casa e di non fare in tempo ad arrivare in ospedale. Tra una contrazione e l altra riuscii a vestirmi e alle 6,30 partimmo verso l ospedale. Abito a Castelfidardo, quella mattina pioveva fitto e c’erano molti camion sul tragitto e con me che ogni 3 minuti stringevo i denti per il dolore non è stato un viaggio tranquillo..ma proprio per niente. Le mie gambe erano aperte, non riuscivo a fare altrimenti, sentivo Mattia sempre più spingere e non riuscivo a trattenere quelle spinte. Finalmente alle 6,50 arrivammo al salesi, al pronto soccorso l’infermiera all accettazione mi rivolgeva le classiche domande ma io a malapena riuscivo a rispondere così dopo aver capito (al telefono) in quale reparto mandarmi mi spedì dritta in clinica. Alla visita risultavo a dilatazione completa così sulla sedia a rotelle, nuda nella parte inferiore con solo un lenzuolo addosso, mi portarono in sala parto. Erano le 7,20 circa.. Iniziai le spinte, il dolore era lancinante, come se mi stessi aprendo in due, piangevo perché ero spaventata ( sopratutto dalla velocità del tutto) e cercavo con ansia la mia ginecologa che appena attacco’ il turno alle 8 fu chiamata e dopo 3 minuti era li con me, la sua presenza, il suo sostegno ( insieme a quello delle ostetriche bravissime) e delle sue coccole ( insieme a quelle di mio marito) mi hanno permesso di mettere al mondo alle 8,20 Mattia, il mio meraviglioso Mattia di 4,2 kg. Nato lui, spariti tutti i dolori, lo avevo sul petto pelle a pelle e si attaccò subito al seno senza esitare. È stata la sensazione più bella della mia vita che con la prima figlia non avevo provato. La parte più brutta venne dopo.. Un bambino di quel peso difficilmente non provoca “danni”..infatti mi ha provocato lacerazioni interne e sul muscolo perianale, costatemi la bellezza di 15 punti. Ma come si dice solitamente : ” il dolore si dimentica” ed infatti così è stato. Mamma Debora S.]]>

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