Il Diario Segreto sotterrato in giardino
Ho regalato a mio figlio un diario segreto quando aveva solo 6 anni, terminata infatti la prima elementare, ho pensato di costruire con lui e decorare un diario dove scrivere, quando aveva voglia pensieri, esperienze ed emozioni.
Ho avuto il mio primo diario segreto quando avevo 11-12 anni, erano gli anni delle scuole medie, anni bui, anni di ricerca spasmodica della mia strada, della mia personalità, identità, anni dove iniziavo a conoscere gli adulti e le loro fragilità e quanto queste facessero male a me.
Scrivere mi ha salvata.
Scrivere mi ha fatto compagnia quando la testa era affollata di confusione, di sbalzi emotivi, di angosce e delusioni.
Stavo per diventare una ragazzina e praticavo uno sport prettamente maschile, e allora come adesso avevo un fisico mascolino che non agevolava il confronto con le altre compagne di scuola, confronto che vivevo malissimo. Loro avevano già tette e fianchi, io ero da sempre e per sempre, una tavola da surf con le cosce da centrocampista, carina vero? Mettici il classico taglio capello corto, per la doccia più rapida e l’asciugatura “ad aria”, sempre per risparmiare tempo, ed io ero davvero un repellente per l’altro sesso.
Scrivere mi ha salvata.
Quel diario segreto, scritto tutte le sere dopo cena aveva per me l’effetto che oggi ha una seduta dalla psicoterapeuta o due ore di camminata con un’amica fidata. Lui mi ascoltava. Non mi ha mai giudicata ma mi aspettava ogni sera, con pazienza accoglieva i pensieri in libertà di una ragazzina che stava crescendo e che aveva capito quanto scrivere fosse importante per lei.
Ho scoperto ad esempio che descrivendo le mie paure, quelle che incontravo durante la giornata, queste la sera tra le righe, perdevano valore e potenza.
Si ridimensionavo quando gli conferivo una forma, uno stile mio, restavano per magia imprigionate nella carta, e se le rileggevo qualche giorno dopo, mi facevano persino sorridere.
Mettevo giù anche cose belle, come lo sguardo del più figo della scuola, a cui miravano tutte, compresa me tanto per omologarmi. In realtà il suo sguardo, aveva solo accidentalmente incrociato il mio, ma io c’avevo costruito su un film, ero già con il velo da sposa e correvamo mano nella mano su un prato verde pieno di margherite. Il cuore che sobbalza e lo stomaco con le farfalle e poi la consapevolezza che “tanto non mi si filava nessuno” e certe cose non le avrei vissute.
Quando a casa tra i grandi tirava “ariaccia”, la prima cosa che facevo era andare in camera e scrivere, scappavo a mettere al sicuro le emozioni, impegnavo la testa e il cuore in qualcosa che fosse lontano da tutti e da tutto.
Scrivere mi ha salvata
A scuola ho sempre avuto ottimi voti nelle materie umaniste, perché leggevo molto e scrivevo altrettanto, e come ogni allenamento ben fatto, alla fine portava i suoi frutti. Non posso dire della matematica, proverbiale fu il 4 nella prova di Ragioneria all’esame di Stato, i numeri li ho sempre digeriti male, ma questa è tutta un’altra storia.
Scrivere mi ha salvata, dall’adolescenza, dagli anni della mia ricerca personale, dagli anni in cui mi sentivo un brutto anatroccolo.
Scrivere mi ha salvata dalle litigate dei grandi, dai pianti di mia mamma, dalle aspettative di mio padre verso la mia carriera sportiva.
Scrivere mi ha salvata dalla vita da quello che non conoscevo e non riuscivo a comprendere, da quello che evitavo, da ciò che non potevo controllare.
Quando ho smesso di scrivere il mio diario segreto, li raccolsi tutti, li misi in una scatola di scarpe, avvolsi il tutto benissimo con due buste di plastica, chiuse ermeticamente con dell’adesivo.
Il piccolo giardino, meritava di custodire quello che per me era di più caro. Presi una pala nel pollaio, e diedi il giusto riparo ai miei segreti.
La terra della mia casa natale ospita da anni i miei racconti, tutte le mie storie ricche di lacrime e sorrisi di un’adolescenza che nel suo essere imperfetta mi ha resa forte ma al tempo stesso insicura, malinconica, e poi ribelle, controcorrente, sognatrice ed infine sempre estremamente grata alla VITA.
Vorrei che i miei figli avessero un diario segreto per avere un amico sempre pronto.
E voi avete mai avuto un diario segreto?
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