I bisogni del Bambino

Come premessa è bene dire che il bambino non è un piccolo adulto. Si differenzia dall’adulto per la qualità e la quantità di esperienze che egli compie.       Lo sviluppo del bambino si differenzia in quattro sfere principali : Sfera fisica Sfera cognitiva Sfera affettiva Sfera sociale Il bambino da 0 a 3 anni è una persona competente : non è un essere passivo, inconsapevole, privo di risorse; è una persona competente fin dalla nascita, con molti bisogni, ma anche con capacità e sensibilità straordinarie. AD OGNI SFERA E FASE DELLO SVILUPPO DEL BAMBINO CORRISPONDONO DEGLI SPECIFICI BISOGNI I bisogni fondamentali del bambino sono : Psicologici: Affettivi Amore, affetto, accettazione,considerazione, comprensione, ascolto, relazione Protezione,Sicurezza,Stabilità Autonomia, movimento, esplorazione ambiente Psicologici: Cognitivi curiosità, scoperta,esplorazione,apprendimento, gioco, creatività,autonomia Psicologici: Sociali contatto con gli altri e relazione, comunicazione, rispetto,regole Fisiologici : igiene, fame,sete, sonno, ect.. I principali da un punto di vista psicologico sono: Amore e contatto fisico Protezione e sicurezza Libertà di esplorazione –         RISPETTO (ESSERE RISPETTATO E ASCOLTATO e di rispettare gli altri) –         CONOSCERE E COMUNICARE CON GLI ALTRI –         curiosità, scoperta,esplorazione,apprendimento, gioco, creatività, autonomia –         routines (rituali = comportamenti ripetitivi che servono ogni giorno per dare sicurezza al bambino e tranquillità … cambio pannolino, pranzo, sonno, cambio pannolino, ect..) Le sue richieste costanti espresse senza parole (0-2 anni) sono : “Proteggimi, non espormi a cambiamenti improvvisi” “Aiutami a fare da solo” “Ascoltami, parlami, guardami” Il bisogno di amore e di comprensione nel bambino è molto importante in quanto influisce sulla costruzione dell’identità(= l’immagine che si ha di se stessi – chi sono, come sono – “io sono / non sono amorevole”), sulla sua consapevolezza di poter essere amato, di amare se stesso e quindi di poter amare gli altri (che si mantiene nel futuro atteggiamento relazionale da adulto). Il valore personale (autostima) deriva dal sentimento di essere accettati e desiderati, di essere amabili (“MAMMA MI AMA” ; “GLI ALTRI MI AMANO” quindi “ IO SONO AMOREVOLE, SONO UN BAMBINO BUONO!”). Il bambino è un individuo completo dotato di una identità “in divenire “. L’identità personale  si costruisce nell’interazione primaria con le figure di attaccamento e poi in un secondo tempo con gli altri adulti significativi (nonni, educatori, insegnanti, gruppo dei pari, amici..) Il b. non nasce con un’identità già formata, ma essa si costruisce nel corso del suo sviluppo dalla nascita alla maturità (età adulta). Al bisogno di essere amati dovrebbe corrispondere un amore incondizionato . E l’amore implica l’azione : dimostrare l’amore attraverso azioni e gesti; implica fiducia : dare fiducia al bambino e non essere sospettosi; implica ascolto : l’ascolto trasmette amore. Ogni bambino ha il diritto di essere ascoltato con rispetto. L’amore da più importanza alle persone piuttosto che agli “oggetti” : bisognerebbe abbracciare di più invece che regalare (prediligere i rapporti interpersonali invece che “oggetti” di sostituzione). L’amore costruisce l’autostima . La salute emozionale dipende dalla stima che abbiamo di noi stessi (che nasce fin da piccoli). I genitori sono uno specchio emozionale per i loro figli. Attraverso loro, i bambini costruiscono una determinata percezione di sé stessi e del bambino che credono di essere (“sono un bambino cattivo”, “sono un bambino  bravo”). Se il bambino costruisce un’immagine di sé negativa (“sono un bambino cattivo”) , nella vita si comporterà di conseguenza, e nessun “contenimento” potrà servire fino a che quest’immagine o credenza personale sarà di nuovo ristrutturata e ri-costruita. Ogni volta che si parla, parliamo “con” lui e non soltanto “di” lui. E attenzione a parlare “di” lui agli altri  adulti, in sua presenza . Come spesso avviene tra adulti, se ascoltato con la stessa attenzione che hanno i grandi, il bambino ha un ulteriore conferma del suo valore. Questo aumenta la sua autostima. “Il bambino è costruttore dell’uomo, e non esiste uomo che non sia stato formato dal bambino che egli era una volta” (M. Montessori). “I bambini sono i padri degli uomini ” (S.Freud)  . Anche considerando altri adulti significativi diversi dalle figure genitoriali (educatori, operatori nidi domiciliari), per soddisfare il bisogno di protezione e conforto del bambino, quest’ultimo deve sentire di essere accolto con entusiasmo e gioia. Bisognerebbe manifestare soprattutto all’inizio un atteggiamento “caldo”, affettuoso e non freddo e distaccato (ad es. all’inizio di un inserimento al Nido prendere in braccio spesso e poi con il tempo diminuire gradualmente ). Per questo è necessario favorire e progettare un inserimento graduale al Nido o Scuola dell’Infanzia. Ogni bambino prima o poi avrà la cosidetta “crisi dell’inserimento”. È necessario aiutare il bambino all’inizio ad adattarsi al nuovo ambiente in maniera graduale (non solo una nuova casa, una nuova stanza  ma anche nuove persone, mai viste prima!). Accogliere il bambino con tutta la dolcezza possibile (consolarlo se piange anche prendendolo in braccio e rassicurarlo),  in preda all ANSIA DA SEPARAZIONE. Questa è fisiologica o naturale. Ha un’esordio tra i 7 e i 12 mesi e un picco tra i 15 e i 18 mesi, un declino tra i 3 e i 5 anni. Essa  si può manifestare con crisi di pianto o atteggiamenti di attaccamento eccessivo  ai genitori /figure di riferimento anche dopo 2 mesi dall’inizio del Nido. Per molto tempo si è affermato che il Nido è luogo di socializzazione, senza tener in debito conto che aprirsi agli altri è un processo che richiede tempo e misura. Il naturale interesse del bambino verso altri bambini matura lentamente e forzature possono produrre effetti assai negativi (rispettare il ritmo ed il tempo di ciascun bambino). Perché il bambino piange? Per comunicare. Esistono infatti diversi tipi di pianto che più il bambino è piccolo e più non è facile identificare : IL PIANTO DI SONNO,  IL PIANTO DI FAME, IL PIANTO DI “VOGLIA DI MAMMA O DI CASA” (attaccamento),  Il PIANTO PER CAPRICCIO (attirare l’attenzione), Il PIANTO DI DOLORE (malattia, caduta ect..). Il bambino ha un innato bisogno di contatto fisico ( con intensità del bisogno variabile da bambino a bambino, ovviamente non tutti i bambini sono uguali ). Solo dopo aver compreso quanto è forte nel bambino questo bisogno e dopo un’attenta osservazione e comprensione materna o di altra figura di accudimento , è possibile rispondere alle domande “Lo prendo in braccio spesso, farò bene?”, “ Piange spesso, ha le coliche ?”. Non c’è una risposta universale, manualistica che vada bene per tutti i bambini.“Lo prendo in braccio spesso. Crescerà viziato?”. Non è importante il gesto in sé (il prenderlo in braccio), quanto la circostanza nella quale si applica. Esiste una motivazione innata a stabilire un solido rapporto di attaccamento con la figura che si prende cura del neonato. Tutti gli stili e le strategie relazionali che il bambino metterà in atto nel futuro sarebbero guidate dal paragone con quella prima fondamentale persona. Il sistema comportamentale di attaccamento si evidenzia soprattutto al distacco dalla figura di riferimento e si palesa spesso con il bisogno di contatto fisico e con il pianto (Teoria dell’attaccamento – J.Bowlby) Il periodo 0 – 3 anni , età delicatissima e di importanza primaria, è il tempo dei primi legamitra genitori e bambini, segnato da un grande bisogno di sicurezza, stabilità e di continuitànelle relazioni affettive e nelle esperienze. Ogni cambiamento improvviso destabilizza e mette a rischio l’equilibrio psicofisico  del piccolo. I cambiamenti improvvisi possono rendere il bambino più irritabile, nervoso e agitato (problemi di addormentamento o di risveglio, iperattività). E’ importante che ci sia la ripetitività nel quotidiano di certe azioni e rispettare degli orari durante la giornata nel mangiare, nel dormire, nei cambi del pannolino ect (creare dei “rituali” e rispettarli). Ad esempio per facilitare l ‘addormentamento ed il sonno del bambino alla sera è bene che vengano rispettati dei rituali, ossia delle situazioni ripetitive o delle abitudini ogni sera sempre uguali  (a seconda delle preferenze, ad es. un racconto favola, ninna-nanna, tv….) . Un elemento molto importante nell’interazione madre-bambino è il grado di sicurezza che questa ultima riesce a dargli tramite la regolarità e prevedibilità dei comportamenti finalizzati all’accudimento (J. Bowlby). Spesso i bambini più ansiosi e più riluttanti al distacco (anche dopo mesi di inserimento al nido) e all’autonomia è come se “sospettassero” l’abbandono e quindi “fanno la guardia”raddoppiando le richieste di rassicurazione . Il bambino ha anche bisogno di disciplina, il bisogno di limiti reali, di regole di vita chiare e definite. Dai  2 e mezzo / 3 anni in poi  il bambino comincia a combinare tra loro le diverse azioni di cui è ormai sicuro in sequenze complesse: svestirsi e spogliarsi, lavare un oggetto o un tavolino, lavarsi le mani, spalmare di marmellata una fettina di pane, manipolare la creta o la pasta di pane, ect Sono esempi di combinazioni di abilità raggiunte che è già in grado di attuare con cura e precisione all’insegna di “io faccio da solo”. In ogni caso queste azioni non vengono mai indotte o “ fatte fare”, ma solo presentate e messe a disposizione in modo che loro stessi possano sceglierle quando siano interessati ad esse: è il criterio della libera sceltache risulta fondante fin dal primo anno di vita. A volte è più facile rimproverare che complimentarsi per le buone azioni. La lode è fondamentale (come rinforzo comportamentale) per il bambino. Usare parole gentili ed incoraggianti produce autostima e fiducia in sé stessi. I bambini anche molto piccoli traggono una soddisfazione enorme quando, dopo tanti tentativi, raggiungono uno scopo e, in questo modo, la loro autostima inizia a consolidarsi . Quindi lasciamo che il bambino: – proceda per tentativi ed errori (soddisfare il suo bisogno di autonomia ed esplorazione), – allestiamo un ambiente sicuro e un clima affettivo sereno, – trasmettiamo la sicurezza che ci siamo, se avesse bisogno, – lasciamo che trovi da solo soluzioni personali ed originali COSI’ IMPARERA’ AD ESSERE SE STESSO. Articolo della

Dott.ssa Roberta Fumagalli

Psicologa psicoterapeuta

roberta.fumagalli.rf@gmail.com

tel.3475443721

  BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Silvia Vegetti Finzi “A piccoli passi. La psicologia del bambino dall’ attesa ai 5 anni” – Oscar Saggi Mondadori Giannantonio M., Boldorini A.L.”Autostima, assertività e atteggiamemnto positivo” Ecomind, 2002 Goleman D., “Intelligenza emotiva”, edizioni Bur, 2005  ]]>

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