Depressione Post Partum – Le cause e l'aiuto della psicoterapia familiare

depressione-post-partum-parte-la-campagna-a-smile-for-moms_807La forma depressiva inizia tra il secondo ed il terzo mese dal parto e può mantenersi inalterata per circa 6/7 mesi se non si interviene in modo appropriato. Soltanto il 10-20% delle neo-mamme può andare incontro a questo disagio psichico ed una percentuale del 3-6% ad un quadro di depressione maggiore. Quando parliamo di depressione post-partum, ci riferiamo ad una condizione di emotività alterata in senso negativo. Il sentimento che ne consegue è quello di una convinta incapacità ad assolvere i doveri quotidiani. Il primo segno è dato dallo stato emotivo che facilmente predispone al pianto, all’irritabilità ed alla conseguente reazione di insofferenza verso chiunque stimoli una richiesta di attenzione. I sintomi più comuni sono, inoltre, disturbi del sonno, stanchezza, psicomatizzazioni (perdita di appetito o un bisogno esagerato di cibo, palpitazioni e vertigini), sentimenti di inadeguatezza nel nuovo ruolo di mamma, pensieri di tipo ossessivo legati al benessere del bambino (es. preoccupazioni estrema di rispettare al minuto gli orari dell’allattamento o del sonno del piccolo), senso di colpa per non essere la mamma modello che si era prefissa in gravidanza e perdita del desiderio sessuale. Sia la diagnosi che l’indicazione terapeutica della depressione post-partum, sono di stretta competenza dello psicoterapeuta ed è quindi molto importante rivolgersi con fiducia all’esperto, senza timore di apparire una persone debole. Una delle cause di questo disturbo potrebbe essere il cambiamento ormonale (i livelli di estrogeni e progesterone si riducono bruscamente) che incide decisamente sul tono dell’umore. Non esiste un profilo definito di donna candidata a sviluppare questo tipo di depressione. Sappiamo che alcune variabili personali o psicosociali possono facilitare lo sviluppo della sintomatologia. Tra le variabili personali corrono più rischi le donne che hanno sofferto in precedenza di disturbi psichici, le donne la cui madre ha sofferto o soffre di depressione, una situazione conflittuale con la propria madre, nell’anamnesi fisiologica è quasi sempre presente una storia di tensione premestruale, spesso hanno delle caratteristiche di personalità con sintomatologia più o meno manifesta di tipo fobico-ossessiva (ossessione per l’ordine, la pulizia della casa) ed eventi stressanti recenti e complicanze del parto depongono per un rischio più elevato di depressione post-partum. Tra le variabili demografiche le madri adolescenti e primipare rischiano maggiormente di presentare questo disturbo. Tra le variabili psicosociali una relazione con il proprio coniuge conflittuale e ricevere un supporto inadeguato da lui, una mancanza di sostegno sociale, non solo da parte del partner ma anche della famiglia e degli amici, nel periodo immediatamente dopo il parto e nei mesi successivi. Fino a non molto tempo fa, l’allattamento al seno veniva indicato come la causa principale della depressione post-partum. Le ricerche più recenti non solo hanno smentito questa ipotesi, ma hanno dimostrato che, al contrario, l’allattamento può svolgere un ruolo positivo. La suzione stimola infatti la produzione dell’ormone della prolattina, che è in grado di svolgere una funzione protettiva nei confronti della sintomatologia depressiva. La psicoterapia familiare è l’indicazione più efficace quando ci si trova di fronte a questo tipo di depressione. Un ciclo di colloqui aiuta a superare il momento più critico della fase depressiva, possono essere sedute individuali o di coppia. Il sostegno psicologico e le tecniche psicoterapeutiche aiutano a risolvere stati d’animo che potrebbero, se lasciati a se stessi, aumentare di intensità fino ad arrivare ad uno stato di difficoltà reale. Anche il sostegno del partner può fare molto, così come l’aiuto della propria famiglia e degli amici con la loro presenza possono alleviare il peso del sovraccarico arrivato insieme al bimbo tanto atteso. Dott.ssa Alessia Tombesi Psicologa – Psicoterapeuta cell: 3388261585 alessia.tombesi@alice.it facebook: Alessia Tombesi / Dott.ssa Alessia Tombesi www.puntosaluteosimo.it Quali sensazioni e quali emozioni ricordate di aver avuto nei primi mesi? Nonostante la gioia per la nascita e l’arrivo a casa di un cucciolo, anche voi avete avuto la sensazione di vivere in una bolla? Tanta felicità…ma tanta confusione per i nuovi ritmi e la nuova vita?   Alice P.  ]]>

4 commenti
    • annab.
      annab. dice:

      Io sono entrata in crisi già all’ospedale quando Ilaria è stata per una settimana in fototerapia. Pianti a dirotto e pessimismo incontrollabile…ero un fantasma in camicia da nonne ed occhi spenti che girava spettinato ed in lacrime per il corridoio, mendicando al nido di poter vedere la piccola ogni 30 secondi, soprattutto di notte. Ma devo dire una cosa, qui all’ospedale di Sanremo, dal primario alle inservienti tutti sono stati molto premurosi e pazienti con me. Il primario mi ha presa da parte e spiegato cos’è la depressione post partum e mi ha rassicurata sul suo aspetto fisiologico, facendomi così sentire “normale”…invece le ostetriche mi hanno portata in una camera singola per un po’, così che potessi piangere a dirotto…mi hanno sempre invitato a non reprimere le emozioni ed anno costretto pediatri e operatrici del nido (un po’ meno sensibili sull’argomento) a darmi tutto il supporto possibile, in termini di chiarimenti esaustivi sulla salute della piccola e di elasticità nelle modalità di gestione della fototerapia. Così ho messo da parte l’iPhone e smesso di googolare ogni possibile tragica conseguenza dell’ittero e mi sono seduta insieme al mio fidanzato con il medico che ci ha spiegato punto per punto gli esami di Ilaria ed i suoi progressi, ci ha chiarito anche i protocolli molto severi di un piccolo ospedale di provincia rispetto ad uno di una grande città, rassicurandoci che i valori di Ilaria al Gaslini sarebbero stati trascurati. Le operatrici del nido mi hanno concesso di cambiare la piccola e prepararla sempre io per la fototerapia, concedendomi anche qualche ora di coccole ed un grosso aiuto per tirare il latte.
      Tutto questo per dirvi che è fondamentale che il personale di un ospedale sia pronto ad affrontare questa tematica, non con grandi paroloni, ma nelle piccole cose…

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