adozione nazionale

Adozione nazionale, una storia d'amore

“Insegui i tuoi sogni loro conosco la via” .

Una storia d’amore

Io e mio marito ci siamo sposati nel 2009 e dopo circa un anno è arrivato il desiderio di completare la nostra famiglia. Purtroppo dopo tanti tentativi e delusioni, abbiamo deciso di intraprendere il percorso dell’adozione, ne avevamo già parlato ed eravamo entrambi convinti che sarebbe stata la scelta più giusta. Sentivamo questo forte desiderio di dare il nostro amore e affetto a qualsiasi bambino che ne avesse bisogno e che ci fosse capitato, indipendentemente dal sesso, dall’età e dal colore della pelle.

Come inizia la richiesta di adozione

A Febbraio del 2016 ci siamo rivolti al personale della Cancelleria del Tribunale per i minorenni della nostra provincia per richiedere la documentazione relativa all’adozione nazionale. In quel periodo eravamo un pò stanchi e sconfortati da tutti gli anni passati tra dottori, inseminazioni…ma eravamo sicuri che questa volta sarebbe stata quella giusta, anche se coscienti che questo cammino sarebbe stato lungo e intricato, dal momento che l’adozione nazionale, rispetto a quella internazionale, prevede il rischio giuridico ovvero la possibilità che il bambino debba ritornare nella famiglia d’origine, durante il periodo di collocamento provvisorio, cioè quando il bambino sia già stato assegnato alla famiglia adottiva, ma in attesa del decreto di affidamento… Abbiamo più volte approfondito la tematica con i servizi sociali e giudici onorari con incontri singoli e di coppia. Consapevoli del percorso presentammo la domanda in carta semplice accompagnata da alcuni documenti (certificato di nascita, di matrimonio, esito di alcuni esami clinici…). Dopo circa dieci mesi ci chiamarono i servizi sociali, ente che mi sento ancora oggi di ringraziare per il loro continuo supporto e la loro estrema disponibilità, per conoscerci e valutare la nostra coppia, così da redigere una relazione da inviare al Tribunale. Ricordo come se fosse oggi la chiamata dell’assistente sociale che mi disse: “Abbiamo inviato la relazione, da qui in poi potreste essere chiamati per un colloquio conoscitivo da parte dei giudici”, dentro di me sentivo infatti che da quel colloquio qualcosa sarebbe cambiato. Il mio desiderio e istinto materno crescevano sempre più forti e sapevo già che in qualche parte del mondo c’era un bambino ad aspettarmi. Così dopo una lunga attesa arrivò il giorno più bello della nostra vita: il 6 febbraio del 2018 ho potuto tenere in braccio per la prima volta mia figlia, un bellissimo e dolcissimo cioccolatino di 3.850kg. E proprio in quell’abbraccio ho sentito come se il mio corpo avesse dato alla luce nostra figlia, provando le stesse sensazioni fisiche di un post-parto. Da quel momento le nostre vite sono cambiate completamente: le nostre giornate e le nostre abitudini non sono più le stesse, hanno assunto un sapore, una forma e soprattutto un colore speciale. Il colore dell’amore di noi genitori per nostra figlia e dell’amore che lei è riuscita a portare nella nostra coppia rendendoci così una famiglia. [/fusion_text][/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]]]>

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